Gli studenti possono studiare da casa grazie alla piattaforma didattica.
Subito dopo l’iscrizione, e dopo aver valutato e concordato il programma di studio in base a obiettivi, esigenze e possibilità, lo studente riceve le credenziali di accesso alla piattaforma nella quale troverà il materiale didattico e la sua guida dello studente, chiara e intuitiva, per seguire il percorso scolastico.
Presso il nostro Centro Didattico Nazionale, gli insegnanti sono attivi e disponibili per gli studenti sulla piattaforma didattica e/o online. Ciascuno studente avrà i propri insegnanti di riferimento. La missione principale dei nostri insegnanti è soprattutto quella di favorire l'apprendimento e di esaltare le capacità dei propri studenti.
Figura di riferimento per gli studenti. Costruisce sartorialmente i programmi didattici per ogni studente e su questa base si coordina con gli insegnanti. Assiste e osserva l’andamento e le problematiche degli studenti, mantenendo anche i rapporti con le famiglie dei minori.
Il lato burocratico è sempre un po’ ansiogeno, ma ci pensiamo noi.
I costi sono inferiori rispetto alla concorrenza (e, comunque, quando a parità di costi offriamo molti più servizi) grazie all’ottimizzazione delle risorse e della metodologia su scala nazionale.
L’acronimo IPAD sta per Istruzione Programmata A Distanza.
Attualmente oltre il 90% delle università americane eroga attività educative a distanza e ormai anche in Europa e in Italia la formazione online è stata istituzionalizzata e ha assunto un ruolo decisivo nei processi di apprendimento.
Il successo dell’e-learning si fonda sul fatto che la comunicazione mediata dal computer permette allo studente un ruolo più attivo nella costruzione dinamica della propria conoscenza.
Morten Paulsen, fondatore del Distance Education Online Symposium (DEOS), sostiene che l’atto di studiare è ormai sempre meno legato al luogo fisico ed è sostituito da un apprendimento di rete che usa connessioni globali e che garantisce flessibilità e libertà d’azione agli studenti.
Paulsen ha raffigurato questi aspetti in un esagono:
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Il Metodo IPAD tiene conto dei 6 fattori dell’Esagono di Paulsen.
L’indipendenza dallo spazio e dal tempo offre un valore aggiunto a tutti coloro che per fattori di lontananza o per possibili condizioni debilitanti non possono frequentare assiduamente i corsi erogati dalle varie istituzioni educative. Ciascuno studente dunque può seguire i corsi negli orari a lui più congeniali e negli spazi in cui vive quotidianamente, senza la necessità di spostarsi fisicamente.
Il percorso di apprendimento si presenta nella forma di una didattica modulare: il modulo come area specifica di contenuto concepito in forma diversa dalle tradizionali unità didattiche informative tipiche della progettazione curricolare-sequenziale classica; esso è strutturato in sezioni, con eventuali input orientati all’apertura di problemi, all’avvio di attività, ad approfondimenti su piani diversi di complessità o interazioni con altri soggetti. Il materiale interno a un modulo sollecita l’allievo a porre domande e cercare risposte adeguate per rispondervi. Ogni modulo conduce ad altri moduli, ma non esiste un percorso univoco nel passaggio da un modulo all’altro. I moduli spostano l’attenzione del soggetto sulla sua capacità di iniziativa, offrendo anche suggestioni per appoggiarsi a supporti più articolati.
In tal senso vi è la possibilità di personalizzare il percorso di studio dello studente riorganizzando i moduli a seconda delle sue competenze e conoscenze e tenendo sempre presente le sue difficoltà specifiche e la situazione di chi parte in posizione svantaggiata. Lo studente dunque non è obbligato a seguire ritmi fissi, come nella classe tradizionale, ma con il Metodo IPAD, essendo attore principale del percorso educativo, stabilisce egli stesso il ritmo di studio sulla base delle proprie esigenze e con l’aiuto del tutor.
Lo studente ha la possibilità di utilizzare una molteplicità di media e ha un’ampia libertà di accesso: si relaziona in ogni momento con i vari tutor, con i materiali didattici che gli vengono forniti e con le infinite risorse del web che grazie all’aiuto del tutor rappresentano un ulteriore strumento per comprendere un determinato argomento.
Alla luce di questi elementi appare chiaro che nel Metodo IPAD alla centralità dello studente si affianca l’importanza del Tutor che segue lo studente con un’attenzione particolare ai suoi bisogni specifici, in modo costante e continuo. L’attività di tutorship può assumere connotati quantitativi e qualitativi diversi, da quelli di semplice counseling occasionale a una più profonda attività di mentoring.
Il ruolo del Tutor è strettamente legato funzione essenziale che il dialogo svolge nell’apprendimento. Come sosteneva Otto Peters, professore all’Università di Hagen (tra le prime università a concentrarsi sull’educazione a distanza), il dialogo educa ad argomentare seguendo uno scopo, a sollevare, mantenere, modificare ragioni e ad abbandonarle nel corso di una discussione, a ricercare e valutare criticamente la conoscenza sollevata da altri, a procedere razionalmente, sistematicamente e metodologicamente nella presentazione orale delle proprie idee. In Learning and Teaching in Distance Education. Pedagogical Analyses and Interpretations Peters scrive: “Queste abilità non possono essere acquisite per mezzo di un apprendimento ricettivo. Non possono essere impartite da unità di materiale stampato, per quanto ingegnosamente ben costruito. Questo è il motivo per cui il dialogo nell’educazione a distanza è assolutamente essenziale. […] Se prendiamo seriamente l’educazione a distanza e capiamo che è qualcosa di più che non la pura distribuzione di materiale di lettura e di studio, dobbiamo offrire sufficienti opportunità di dialogo”.
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Il Metodo IPAD è il risultato di una lunga riflessione teoretica che ha portato alla costruzione di una paradigma educativo fondato su alcuni modelli teorici di apprendimento.
Un punto di riferimento fondamentale è l’approccio della Psicologia Umanistica in cui l’insegnante diventa un “facilitatore”: facilitare l’apprendimento e non insegnare in senso classico, creando attorno a chi apprende una offerta articolata e uno scaffolding di assistenza e aiuto a cui l’allievo può attingere secondo le sue possibilità.
Carl Rogers, il più importante esponente della psicologia umanistica in ambito educativo, sostiene che l’educazione è un processo auto-gestito in cui l’allievo deve essere guidato da un tutor facilitatore. In Libertà nell’apprendimento afferma che “spesso non ci rendiamo conto che gran parte delle cose dette durante le lezioni suscitano nello studente la stessa reazioni prodotta in noi dalla presentazioni di elenchi di sillabe senza senso: risultano, cioè, incomprensibili”.
Un apprendimento reale è possibile soltanto se lo studente partecipa attivamente al processo e riceve da un tutor una serie di indicazioni che gli permettano di gestire il proprio apprendimento. In tal modo lo studente ha la libertà di organizzare il proprio studio, là dove il tutor lo guida nello sviluppare la capacità di comprendere, in piena indipendenza, il materiale didattico. Il tutor non somministrerà passivamente una serie di materiali, piuttosto guiderà lo studente nell’approccio al materiale in modo che possa orientarsi in esso e acquisisca la capacità di gestire da sé l’apprendimento. L’allievo dunque diventa il centro del momento di studio ed è attore principale del processo di apprendimento.
L’insegnante non è più il mediatore del sapere ma acquista il ruolo di consulente e facilitatore che può:
a) intervenire sul materiale (il modulo) con una maggiore cura nella sua preparazione e predisponendolo secondo una struttura interna specificatamente rivolta al tipo di utente; allestendo delle varianti nel modulo che consentono aggiramento di eventuali problemi; prevedendo la possibilità di espansioni e allargamento.
b) Intervenire sulla responsabilizzazione dell’allievo: inserendo momenti di negoziazione in cui l’allievo può decidere la pista verso cui proseguire, rendendolo consapevole delle mete ricercate; spingendo l’allievo ad attingere a risorse nuove.
Il processo viene centrato sull’utente, a cui si cerca di dare un controllo del processo, con integrazione di più modalità tecniche e strategie didattiche, e una possibilità di rinegoziazione in itinere degli obiettivi.
Un secondo paradigma di riferimento è il Costruttivismo che mette in discussione un tipo di insegnamento teacher centred e propone un modello learning centred in cui la conoscenza si sviluppa attraverso una costruzione attiva che parte dal soggetto. In tal senso l’obiettivo non è la somministrazione allo studente di contenuti pre-strutturati piuttosto mettere lo studente nelle condizioni di attuare delle strategie cognitive che permettano di acquisire nuove conoscenze.
David Jonassen, professore alla University of Missouri nella School of Information Science and Learning Technologies, parla di un “apprendimento significativo”, che non sia semplice memorizzazione di contenuti ma che abbia un senso per il soggetto che apprende “in modo attivo, costruttivo, intenzionale, autentico e collaborativo”.
Intorno ai soggetti che apprendono si possono disporre impalcature di varia natura, di cui il soggetto potrà avvalersi nel suo avanzamento conoscitivo: il concetto di scaffolding, “impalcatura di sostegno” è derivato dalla teoria dello “sviluppo prossimale” di Vygotskij con cui si indicano l’insieme delle potenzialità che l’individuo può manifestare se opportunamente aiutato. Dunque intorno a ogni soggetto va allestito un variegato repertorio di risorse in modo che possa trovare un clima congeniale e gli appigli più idonei a cui afferrarsi per procedere.
Chi apprende ha la necessità di essere aiutato da sostegni umani, tecnici e organizzativi. Rispetto all’idea classica secondo cui tale supporto deriva dalla attività istruttiva dell’insegnante con il costruttivismo si sottolinea che l’apprendimento è un’attività che muove inequivocabilmente dal soggetto, che deve avvalersi di strumenti o amplificatori (nella terminologia di J. Bruner) che permettano di esercitare e espandere le potenzialità interne.
In tale contesto assume un ruolo decisivo la funzione della tutorship i cui obiettivi sono:
- individuazione delle potenzialità: facilitare nell’allievo il riconoscimento di risorse da lui utilizzabili;
- scaffolding affettivo e motivazionale: incoraggiare, aiutare approvare
- orientamento: mostrare “come si fa”, rendere espliciti gli obiettivi, delineare delle possibilità
- comunicazione: favorire l’interscambio di conoscenze
In linea teorica la tutorship è orientata a sviluppare capacità di apprendimento autonomo nell’allievo, quali: sviluppare curiosità, accettare il feedback sulle proprie performance in modo non difensivo; diagnosticare il proprio bisogni di apprendimento; formulare obiettivi di apprendimento congruenti alle proprie possibilità e aspirazioni; identificare risorse umane, materiali ed esperienziali per raggiungere vari livelli di apprendimento; elaborare un progetto personale.
In questo paradigma formativo quindi, a differenza del docente tradizionale che si basa sulla lezione per erogare contenuti, il tutor valorizza le qualità dello studente, fornisce esperienze di apprendimento, infine accompagna e guida l’allievo alla progressiva scoperta dei contenuti e quindi lo stimola alla costruzione della conoscenza.
In definitiva dunque con il Metodo IPAD lo studente non dovrà imparare “a memoria” una serie di contenuti fissi e nemmeno gli saranno somministrate passivamente una serie di lezioni, piuttosto con l’aiuto di più tutor svilupperà la capacità di gestire il proprio percorso di studio e sarà in grado di muoversi in piena autonomia nel suo campo di studio, con la consapevolezza di poter fare riferimento in ogni momento a diversi tutor.
Questo breve testo tiene conto in particolar modo di alcuni volumi:
A. Calvano, M. Rotta, Fare formazione in Internet, Erickson 2000
M.Balzano, Apprendere in rete, Utet 2002
L. S. Vygotskij, Psicologia pedagogica, Erickson 2006
C. Rogers, Libertà nell’apprendimento, Giunti Barbera 1981
Di Aniello Fioccola